(Traduzione di Umberto Pavano)

Qualche giorno fa, mentre ascoltavo distrattamente la colonna sonora del Re Leone in arabo, mi sono chiesta perché versioni come questa ci incutono un senso di paura maggiore rispetto alle versioni originali, che ben conosciamo e tanto ci piacciono. Forse perché è una lingua dal suono inconsueto, o forse perché non capivo una sola parola del testo; magari è l’intonazione tipica di una lingua a incutere paura? Quindi, alcune lingue tendono a spaventarci più di altre? Di fronte a queste domande, possiamo chiamare in causa gli scienziati che studiano i suoni e la loro dottrina sulla relazione tra suono e paura.

I ricercatori della Perelman School of Medicine presso la University of Pennsylvania hanno preso in esame individui affetti da disturbo post-traumatico da stress (DPTS). Analizzando le loro reazioni a livello cerebrale di fronte a determinati suoni, hanno osservato come la paura dipenda dal tipo di suono e dal suo contesto. Secondo i risultati dello studio, la reazione di paura di fronte ad alcuni suoni è soggettiva e dipende dalle esperienze personali di un individuo. Quindi anche nel caso delle lingue possiamo affermare che la paura associata a un idioma dipende dall’esperienza personale di un individuo con quella lingua e la relativa cultura. In pratica, se ci capita di ascoltare i nostri vicini coreani litigare ad alta voce o se all’età di 12 anni una donna spagnola, dispotica e un po’ irascibile, ci urla contro, si imprime un certo senso di paura nella nostra memoria a lungo termine. Dall’altro lato, anche la mancanza di un contatto diretto, e quindi l’impossibilità di comprendere concretamente il mondo delle lingue arabe, come nel mio caso, può essere la ragione per cui la colonna sonora del Re Leone in arabo mi intimorisce maggiormente rispetto alla versione inglese. Inoltre, c’è da considerare che eventuali fattori negativi dal punto di vista storico e politico collegati a una certa cultura giocano un ruolo fondamentale nell’effetto emotivo di una lingua in una determinata persona. Per esempio, il suono del tedesco per gli ebrei di una certa età può provocare un senso legittimo di paura, per via di connotazioni politiche passate, associate direttamente a questa lingua. Anche i rapporti politici attuali possono condizionare il modo in cui percepiamo una lingua.

Allora perché secondo alcuni forum online, tedesco, latino, arabo, russo e giapponese sono considerate le “lingue più spaventose”? Innanzitutto, è necessario tenere in considerazione che questa opinione comune si riscontra all’interno di un contesto che è quello dell’Europa occidentale, e più specificatamente, quello dei forum in lingua inglese trovati tramite un motore di ricerca online italiano. Escludendo tedesco e latino, queste opinioni possono essere giustificate dal fatto che generalmente gli ambienti in cui sono parlate sono estranei per la maggior parte degli europei occidentali; in questo caso, la paura dell’ignoto si traduce in paura per queste lingue. La visione di film horror in latino e giapponese all’interno del nostro contesto occidentale potrebbe rappresentare un collegamento tra lingua e paura in casi come questi. D’altra parte, possiamo dire che, se il tedesco è comunemente riconosciuto come una lingua che incute timore, è in parte per via del suono e del tono con cui le parole vengono pronunciate, piuttosto che per la mancanza di contatto con lingua e cultura. Questo piccolo video vi aiuterà a capire di cosa sto parlando:

Secondo Amplifon, “leader mondiale nella distribuzione delle soluzioni acustiche”, l’amigdala è una parte del cervello che svolge un ruolo chiave nella gestione della paura e funge come “campanello d’allarme” nel momento in cui percepisce determinati suoni. In quanto animali, siamo programmati biologicamente a reagire in maniera naturale a certi suoni, come il pianto di un bambino o il verso stridulo di un animale. Secondo alcuni, ovunque in natura sono presenti dei suoni minori e dissonanti sottoforma di brusio; questi evocano inevitabilmente delle emozioni negative tramite una “relazione matematica di ipertoni” che condiziona i nostri nervi, disturbando il nostro equilibrio naturale. Per questo motivo, i produttori e i compositori di colonne sonore cercano di far scattare quel “campanello d’allarme”, utilizzando molti accordi minori e dissonanti, urla, versi e suoni dal tono gradualmente ascendente che simulano il richiamo di un animale impaurito le cui corde vocali si mettono in tensione. Questo spiega perché abbiamo paura quando qualcuno ci urla contro in qualsiasi lingua, e perché il tono di alcune lingue ci intimorisce di più.

Per quanto riguarda le lingue nello specifico, non vi sono ancora ricerche pubblicate (che io sappia) sulla relazione tra paura e fonetica. Tuttavia, un utente del web suggerisce che le lingue che incutono maggior timore sono quelle con fricative gutturali, uvulari o faringali. Secondo questa teoria, ubykh (lingua morta turca), francese, arabo, giapponese, greco moderno e alcune varianti dell’ebraico e siriaco sono le lingue che incutono più paura.

In conclusione, c’è da dire che non esiste una lingua universalmente riconosciuta come fonte di paura; si può parlare piuttosto di alcune lingue che tendono di più a spaventarci rispetto ad altre per via di connotazioni storiche, politiche e culturali, oltre che alla nostra esperienza e al nostro contatto con questa lingua.

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