Un liuto arabo ci racconta la guerra

È un periodo complicato, triste, che un po’ ci spaventa. Abbiamo una guerra alle porte che ci sembra assurda e di un altro tempo. Eppure, le guerre sono un dramma costante sul nostro pianeta. Il volume “Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo“ (una mappa per informarsi e comprendere chi sta combattendo i più sanguinosi conflitti del nostro tempo), ci ricorda che sono decine i conflitti armati che continuano a mietere vittime in tutto il mondo.

In questi giorni, un po’ di buona musica può forse aiutare la nostra anima a risollevarsi. Ci torna alla memoria un importante progetto musicale del suonatore di liuto arabo (oud, “legno”) Anouar Brahem: è un’esperienza commovente, malinconica, nella quale rivivono i drammatici eventi delle rivoluzioni scoppiate nel Nordafrica durante l’inverno fra il 2010 e il 2011.

Un disco a cui non si può rimanere indifferenti perché è una vivida testimonianza dei forti contrasti che l’artista visse nella sua Tunisi… Giorni di rabbia, di speranza e delusione, di morte e orrore. La melodia di quel ricordo (e qui il titolo, “Souvenance”) passa ipnotica da lacerazioni improvvise ad attimi di gioia, da ritmi sognanti a vere e proprie esplosioni cupe e smarrite.

Lo stile di Brahem è iscrivibile nel grande magma dell’ethno jazz, nel quale classiche improvvisazioni si mescolano a sonorità etniche: quando il liuto prende il sopravvento si ha un ricordo molto vivo delle atmosfere dei film di González Iñárritu (“Babel” su tutti), dove la musica avvolge la desolazione, l’asprezza e l’infinito dei paesaggi ed è assoluta protagonista di quanto accade.

Ed ecco che ci tornano vivide alla mente le immagini silenziose delle proteste di Piazza Tahrir, di Bengasi, Amman… e oggi le esplosioni di Kiev, Dnipro, Mariupol’… la musica si sostituisce alle urla, ai cori, agli spari, ma rimane intatto l’effetto e la portata della visione.

Un concerto epico

Il doppio disco, suonato interamente per la prima volta nel luglio 2014 in occasione dell’apertura del Festival di Cartagine, è tutt’altro che facile, richiede un ascolto attento e partecipato. Insieme al liuto del protagonista, si ode il piano insistente di François Couturier, il clarinetto basso di Klaus Gesing e il basso di Biörn Meyer. E poi, quasi in sottofondo, l’orchestra d’archi della Svizzera italiana diretta da Pietro Mianiti, mai protagonista, ma complice compagna di questo viaggio memorabile. Buon ascolto.

SCHEDA ESSENZIALE

 

 

 

 

 

 

Artista: Anouar Brahem
Album: Souvenance
Genere: Ethno jazz, World
Musicisti: Anouar Brahem (liuto arabo) – François Couturier (piano)
Etichetta: 
Ecm – Anno pubblicazione: 2014

TRACK LISTING
Improbable day
Ashen sky
Deliverance
Souvenance
Tunis at dawn
Youssef’s song
January
Like a dream
On the road
Kasserine
Nouvelle vague

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