Cosa sappiamo sulla comparsa di nuove lingue e sulla nascita di un nuovo idioma? I ricercatori dell’Università di Aarhus, in Danimarca, stanno studiando proprio questo.

Se esistesse una sola lingua per paese, oggi sulla Terra ci sarebbero solo 193 lingue parlate. Ma ce ne sono più di 8.475.

In Italia si parla italiano. In Germania, tedesco e in Danimarca, danese. Se questo fosse vero per tutti gli altri paesi, al mondo esisterebbero solo 193 lingue. In pratica ce ne sono molte di più: 8.475 secondo glottolog.org, l’organizzazione che mappa le lingue del mondo. Sono pochi i paesi in cui si parla solo una o due lingue native, come ad esempio l’Italia o la Germania. Come se non bastasse, assistiamo alla continua nascita ed evoluzione di nuove lingue come i linguaggi creoli, che hanno origine quando due o più gruppi di persone che parlano lingue diverse entrano in contatto tra loro e hanno bisogno di comunicare.

Un gruppo di ricerca dell’Università di Aarhus, in Danimarca, ha confrontato queste nuove grammatiche con lingue non creole da tutto il mondo. I risultati sono sorprendenti.

Una grande varietà di lingue in tutto il mondo

Anche se molti di noi parlano solo una o due lingue, in una decina di Paesi se ne parlano più di 200, come ad esempio in Camerun, Nigeria, Stati Uniti (comprese le lingue dei nativi americani) e Indonesia. La Papua Nuova Guinea è l’attuale detentore del record di lingue parlate: una popolazione di otto milioni di abitanti (poco più di quella della Danimarca o della Scozia) parla oltre 800 lingue! E tutte molto diverse tra loro. Alcune lingue sono molto simili a livello lessicale e derivano dalla stessa proto-lingua i cui i dialetti si sono evoluti in lingue diverse col passare del tempo. Ad esempio, il danese appartiene alla famiglia indoeuropea, proprio come quasi tutte le lingue parlate tra l’Irlanda e il Bengala, tra cui l’armeno, nella regione del Mar Nero, e l’urdu, in Pakistan. 

Qualsiasi linguaggio può essere visto come uno strumento utilizzato dagli umani per parlare di qualsiasi cosa inerente alla realtà o a mondi immaginari.

Alcune lingue non hanno numeri o aggettivi, altre hanno 30 modi di formare il plurale e in altre ancora il plurale non esiste. Alcune hanno 15.000 tempi verbali diversi e altre ne sono prive. Alcune lingue hanno solo 10 suoni (Pirahã in Amazzonia), mentre altre ne hanno 112 (Taa e! Xóõ nell’Africa meridionale). Ma questa incredibile diversità di lingue è tutt’altro che statica.

I linguisti temono la morte della diversità linguistica

I linguisti sono pessimisti riguardo alla prospettiva di mantenere l’attuale diversità di lingue parlate. Gli uomini tendono a parlare la lingua che offre migliori prospettive lavorative, dimenticando così le lingue dei propri genitori. 

Alcuni ricercatori stimano che solo il 10% delle lingue del mondo sopravviverà a questo secolo.

Una lingua è parlata in media da un numero di persone che oscilla tra 3.000 e 5.000. Quindi una lingua come il danese, parlato da cinque milioni di parlanti, è in realtà una delle lingue più parlate al mondo – avendo più parlanti del 90% di tutte le altre lingue del mondo. Nonostante alcune lingue si stiano estinguendo, ne nascono di nuove: studiare come si sono originate negli ultimi 500 anni apre un’affascinate finestra sulle capacità cognitive del genere umano.

Il linguaggio creolo: l’ultimo arrivato nella famiglia delle lingue

Quando due o più gruppi di persone di lingue diverse entrano in contatto tra loro e devono comunicare, spesso nasce una lingua comune. Se quest’ultima viene utilizzata come lingua madre o predefinita all’interno della comunità, viene definita lingua creola. Tale situazione si è verificata molte volte nella storia dell’umanità e ad oggi ci sono più di 100 lingue creole note. Il creolo ha generalmente origine fra parlanti adulti che hanno bisogno di comunicare ma che non hanno una lingua comune, come ad esempio soldati, commercianti, lavoratori, studenti o schiavi. Dal momento in cui le persone più influenti nella comunità iniziano ad adottare questo linguaggio, di fatto legittimandolo, tutti gli altri lo impareranno a loro volta. In queste situazioni, nessuna autorità dice alle persone come coniugare i verbi. Il loro bisogno di comunicare supera il desiderio di imparare a parlare correttamente la lingua dell’altro. Se ne crea quindi un’altra che è più facile da sviluppare, usando come base la lingua del gruppo dominante.

Il cervello umano usa una grammatica universale?

Alcuni ricercatori sostengono che le lingue creole siano influenzate strutturalmente dalle lingue africane, associate agli schiavi. Sicuramente ci sono chiare influenze, ma in prospettiva l’impatto dell’Africa è sorprendentemente ridotto, nonostante molte lingue creole siano parlate da persone di origine africana.

Le lingue creole africane assomigliano infatti sorprendentemente più alle lingue creole asiatiche che alle lingue africane parlate dagli schiavi.

Questa somiglianza tra diversi tipi di creolo suggerisce che gli umani usino le stesse capacità cognitive quando creano un nuovo sistema grammaticale. Si tratta di un pensiero moto affascinante e la nostra ricerca ha rivelato che una lingua può essere descritta come creola se soddisfa queste condizioni:

  1. Ha un verbo per “avere” (presente solo nel 25% delle lingue)
  2. Ha un articolo indefinito “un” che identifica il numero uno (presente nel 40%delle lingue)
  3. Non ha tempi verbali (ad esempio, non esiste una distinzione formale tra “ho comprato” o “compro”)
  4. Non ha una parola specifica per “non” (presente in circa la metà delle lingue)

Nessuno di questi tratti è raro, ma solo nelle lingue creole li si trovano tutti insieme. Evidentemente, gli umani creano nuove lingue nello stesso modo in Africa come in Asia, America e Australia, anche se il vocabolario deriva da diverse lingue di partenza.

Fonte: There are 8475 languages we know

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