Lo sapevate che l’inglese, oltre a essere una lingua molto complessa dal punto di vista fonetico e grafico, è anche una lingua pluristandard, presenta cioè un certo numero di varietà regionali pienamente riconosciute?
Data la sua grande importanza e diffusione, oggi desideriamo mettere in evidenza le principali differenze tra l’inglese britannico e l’inglese americano, riportando le parole di Gianfranco Porcelli*: “Le parole che nelle due varietà hanno una pronuncia diversa mantengono inalterata la grafia, e quelle che hanno una grafia diversa mantengono inalterata la pronuncia […]”. Al primo gruppo appartengono, per esempio, i termini: either, fragile, schedule, laboratory ecc. – diversi per pronuncia e, nel caso dei polisillabi, per accentazione. Nel secondo gruppo rientrano invece i seguenti casi:
- la terminazione <or> in inglese americano nei bisillabi e nei polisillabi, come colour > color, honour > honor, ecc. e nei vocaboli derivati (neighbour > neighbor > neighborhood);
- la terminazione <er> in inglese americano, corrispondente a <re> britannico, come centre > center, theatre > theater, ecc.
- la semplificazione in inglese americano di alcune consonanti doppie, come traveller > traveler, modelling > modeling, ecc.
- la semplificazione della terminazione britannica “ough” in plough (> plow), through (> thru), ecc.
Tali variazioni interessano interi gruppi di vocaboli e si distinguono pertanto dalle variazioni che interessano singole voci, di cui riportiamo solo alcuni esempi:
- catalogue > catalog
- programme > program
- draught > draft
- sceptic > skeptic
- tyre > tire
In qualità di traduttori o di società di traduzioni, è sempre buona prassi informarsi sulla variante di inglese (portoghese o altra lingua pluristandard) desiderata dal cliente e, di conseguenza, affidare il progetto di traduzione a un madrelingua della medesima variante.
*Porcelli, G. (2014) “Lo spelling inglese fra tradizione e innovazione”, in SeLM n° 7-9, ANILS 36-41.