L’avvento di Internet, dei social, degli smartphone e delle app, (oltre a far lentamente sparire l’italiano…) ha scardinato ogni cosa, tanto da cambiare le nostre abitudini di vita e spalancare le porte alla globalizzazione.

Oggigiorno è ormai fondamentale conoscere almeno una lingua straniera, solitamente l’inglese, ma cresce l’interesse verso il multilinguismo e le lingue meno popolari. Quante volte ci capita di leggere articoli in cui vengono decantate le doti di giovani studenti che “sanno perfettamente” 10/20 o più lingue?

Nell’ambito dell’apprendimento linguistico, ma non solo, la Rete ha avuto il merito di democratizzare la conoscenza. Se seguire un corso di lingua in presenza continua a rappresentare un certo impegno economico, potersi collegare a Internet e scaricare delle videolezioni, chattare via Skype con un madrelingua dall’altra parte del Pianeta o, anche solo, guardarsi un video in lingua originale su YouTube ha ormai un costo minimo, quello della connessione, e offre a tutti gli interessati la possibilità di scoprire il mondo, quasi di viaggiare…

Ma quali sono le risorse online e offline per imparare una lingua in autonomia?

Guardando al mondo delle app, mi vengono subito in mente Duolingo e Babbel. Il primo si basa proprio sul principio dell’accessibilità universale e gratuita a favore della crescita personale e professionale di ognuno dei suoi utenti. Il secondo, sostenuto dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale dell’UE (FESR), a completamento di una prima unità didattica gratis, offre corsi di lingua per cifre modiche (al momento, per gli italiani, l’offerta è di 13 lingue). Entrambe le piattaforme funzionano online e su app, sfruttano il principio della memoria visiva – associando cioè le parole alle immagini, soprattutto al livello principianti –, il criterio della ripetizione, la tecnica della traduzione (di singole parole o brevi frasi), semplici esercizi d’ascolto e produzione orale sfruttando il sistema audio di un qualsiasi computer, tablet, smartphone ecc. Il tutto è organizzato in brevi unità, utilizzando i principali atti comunicativi (presentarsi, esprimere i propri gusti ecc.) e lavorando per campi semantici (l’arredamento, i colori ecc.). Insomma, come dichiara il manifesto di Duolingo, l’intento di queste piattaforme è attirare e intrattenere gli utenti alla stessa stregua di un gioco, con il vantaggio di contribuire al loro apprendimento. Ecco perché sono costruite secondo un approccio ludico e ogni unità è come un gioco, alla fine del quale poter accumulare punti e premi.

Vi sono poi siti che sposano le metodologie più disparate. Per esempio, la community di Livemocha aveva scelto il metodo whole-part-whole, suddividendo le lezioni per obiettivi, mentre le abilità come la comprensione e la produzione scritte e orali erano insegnate, studiate e testate a parte. La versione premium era a pagamento, ma gli utenti potevano guadagnare crediti facendo da tutor agli apprendenti della propria madrelingua (per es. correggendo i compiti scritti e dando feedback sulla pronuncia attraverso le registrazioni audio). Oggi Livemocha non esiste più, dopo essere stata acquistata da Rosetta Stone, il software per l’apprendimento delle lingue più conosciuto al mondo. Esso sfrutta il metodo naturale di apprendimento delle lingue, senza traduzione, spiegazioni grammaticali o elenchi di parole da memorizzare, ma garantendo un’immersione nella lingua di studio nella sequenza suono/immagine> parola> frase> conversazione.

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Sempre a pagamento, realtà come Myngle offrono la possibilità di scegliere un insegnante/tutor (di madrelingua o non) nella lingua di studio (visualizzandone il profilo, la valutazione da parte degli studenti e la disponibilità oraria), fissare una lezione prova di mezz’ora e acquistare un pacchetto di lezioni attraverso il sito. Le sessioni di lingua si tengono mediante Skype e la piattaforma di Myngle per lo svolgimento di eventuali esercizi, la lettura di testi ecc. Strumenti simili esistono anche per l’apprendimento di lingue specifiche, optando per corsi individuali o in gruppo, come per esempio EF English Live per l’inglese o Glossa per il greco moderno.

L’elenco degli strumenti per l’apprendimento delle lingue in Rete è pressoché infinito, e potrebbe continuare citando Memrise, Busuu, Mango Languages o l’universo inesplorato dei videocorsi offerti su YouTube o attraverso i Podcast.

Fuori dalla Rete, l’apprendimento delle lingue da autodidatta continua e si rafforza grazie a strumenti sempre più multimediali come i manuali provvisti di CD e collegamenti online per l’integrazione di attività ed esercizi nonché registrazioni audio e testi che puntano all’autenticità e vengono didattizzati a seconda del livello di competenza.

Trattandosi di uno strumento di comunicazione, tuttavia, è bene ricordare che la lingua va praticata soprattutto con le persone. Ogni volta che se ne presenta la possibilità, ricordate sempre che una bella chiacchierata con un amico straniero al bar (o su Skype) può rivelarsi più efficace di qualsiasi altro strumento o metodo utilizzato, e che l’essenza del conoscere una o più lingue straniere va al di là di noi stessi.

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