Per le aziende presenti sul mercato internazionale, avere un sito internet multilingue è fondamentale. Ma tradurne i contenuti può non bastare per ottenere visibilità nei mercati di riferimento. In questo senso, è importante considerare l’implementazione di un piano di SEO globale, che renda il processo di traduzione e localizzazione più efficiente e snello. Un piano SEO multilingue è infatti uno step che dovrebbe precedere la traduzione del sito web, la scelta di immagini culturalmente adatte e la riformulazione delle call to action. Ecco alcuni fattori chiave da tenere in considerazione prima di intraprendere la traduzione del proprio sito web.

Giustificare la propria presenza internazionale

Basandosi sul comportamento online degli utenti, è possibile stimare quanta attenzione ci sia verso i propri prodotti o servizi nel mercato di riferimento. Il proprio sito italiano attira già visite dai mercati esteri? Quali sono le parole chiave più cercate all’estero rispetto al proprio settore di riferimento.

Localizzare per lingua o per Paese?

Una volta appurato che la domanda internazionale dei propri prodotti/servizi giustifica la localizzazione proprio sito web, è il momento di decidere se tale domanda è specifica di un Paese o più in generale di una lingua. Gli utenti inglesi che visitano il sito provengono da tutto il mondo anglofono o da un Paese in particolare? Darsi una risposta a questa domanda indicherà quale strada intraprendere in fase di localizzazione del sito.

Motori di ricerca locali e parole chiave

Nonostante il mercato della ricerca online in Europa e negli Stati Uniti sia dominato da Google, questo non rappresenta un trend globale. In Russia si usa Yanda, in Cina Baidu, in Corea Naver, mentre i Giapponesi si affidano a Yahoo!. Utilizzare il giusto motore di ricerca e il suo strumento di pianificazione di parole chiave offre una prospettiva più chiara dei propri competitor internazionali e di quali parole chiave utilizzare in quel mercato.

Scegliere la struttura più adatta per il proprio dominio

Quando si progetta un sito multilingue, è possibile scegliere tra tre tipi di dominio:

Utilizzare domini di primo livello nazionale. Ovvero creare tanti siti quanti i paesi in cui si vuole espandere il proprio mercato e dare a ciascuno il proprio suffisso internazionale (.it, .fr, .de, etc). Si tratta dell’approccio migliore, soprattutto se si sceglie di localizzare per Paese, ma anche più costoso.

Utilizzare delle subdirectories. Quest’approccio, consigliato se si localizza per lingua, prevede un solo dominio es. www.mybusiness.com le cui traduzioni sono accessibili come sotto categorie del sito es. www.mybusiness.com/fr. In questo caso, le versioni del sito in altre lingue godranno della stessa autorevolezza del sito genitore, ma saranno penalizzate dai motori di ricerca locali, risultando basate su server esteri.

Utilizzare dei sottodomini. Quest’opzione rappresenta un giusto mezzo se si vuole localizzare sia per lingua che per Paese. Essendo domini diversi da quello genitore, possono essere messi su un server locale, aumentandone il ranking nei motori di ricerca del posto. Tuttavia, presentandosi comunque con un suffisso internazionale, non comunicano a pieno la loro declinazione nazionale, né portano con se l’autorevolezza del dominio del sito genitore.

I prossimi passi del processo di localizzazione

Una volta che queste considerazioni fondamentali sono state affrontate sarà il momento di tradurre e localizzare il proprio sito web. Dopo di che si potrà dare inizio all’altrettanto fondamentale lavoro di marketing del proprio brand all’estero.

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