Nel 2017, Disney e Pixar hanno collaborato alla produzione di “Coco”, un film d’animazione che ha mostrato al mondo intero come il Messico celebra la morte nel Día de Muertos (Il Giorno dei Morti). Cos’è e quando nasce questa festa? Quali sono i rituali tradizionali? E qual è il modo più autentico per commemorarla? Ecco ciò di cui parleremo in questo articolo. Vediamo! 

LE ORIGINI

Questa festività ha origini antichissime, risalenti addirittura alle civiltà precolombiane. È stata poi recuperata e adattata dalla Chiesa cattolica, in seguito alla colonizzazione spagnola, facendola coincidere con le celebrazioni cristiane dell’1 e 2 novembre. Nelle comunità indigene del Messico, il Día de Muertos commemora il ritorno transitorio sulla Terra dei parenti e dei propri cari defunti. I festeggiamenti si svolgono ogni anno tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Questo periodo segna anche il completamento del ciclo annuale di coltivazione del mais, la coltura predominante del Paese.

I RITUALI

In America latina, il Día de Muertos è una delle feste più importanti. Il miglior rimedio per mascherare la paura e il dolore che accompagnano l’idea della morte è accogliere i morti con gioia, con nostalgia e con il piacere di stare ancora insieme, anche se solo per un giorno. 

Le famiglie facilitano il ritorno delle anime sulla Terra deponendo petali di fiori, candele e offerte lungo il sentiero che porta dal cimitero alle loro case. I piatti preferiti del defunto vengono preparati e disposti intorno all’altare domestico e alla tomba insieme a fiori e fogli di carta finemente ritagliati (i Papel picado). Viene prestata molta attenzione a tutti gli aspetti dei preparativi, poiché si ritiene che i morti siano in grado di portare prosperità (come un abbondante raccolto di mais) o sventura (malattie, incidenti, difficoltà finanziarie, ecc.) alle loro famiglie a seconda di quanto i rituali siano soddisfacenti per loro. Questo incontro tra vivi e morti afferma il ruolo dellindividuo allinterno della società e contribuisce a rafforzare lo status politico e sociale delle comunità indigene del Messico. 

I FESTEGGIAMENTI 

La festa è un’esplosione di fiori, colori, cibo, musica e balli. Le strade si riempiono di sfilate e parate di scheletri e teschi. Le case e le tavole (ma anche le lapidi e le tombe) sono decorate da teschi zuccherati (Calaveritas de azucar, simbolo di vita e non di morte) e da fiori dai profumi intensi (chiamati Cempasuchil): si ritiene che i petali luminosi del fiore rappresentino il sole e agiscano da guida per le anime dei morti per tornare a casa. Inoltre, sui davanzali delle case e per le strade si regalano i Pan de muertos, pagnotte aromatizzate da semi di anice o scorze d’arancia e decorate con ossa e teschi fatti di pasta. 

Fra musiche e colori sgargianti, rappresentazioni caricaturali della morte come le Calacas (scheletri) e le Calaveras (teschi) che sfilano lungo le strade, si celebra la vita in tutte le sue sfumature e si porgono offerte ai propri cari defunti. 

Fulcro delle celebrazioni sono gli Ofrendas (altari domestici messicani) pieni zeppi di offerte. Tra queste, acqua affinché i defunti si dissetino dopo il loro lungo viaggio, cibo, foto di famiglia e una candela accesa per ogni parente morto.  

Infine, per capire la rilevanza e l’importanza di questa celebrazione, basti sapere che nel 2008, l’UNESCO ha riconosciuto l’importanza del Día de Muertos aggiungendolo alla lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità. 

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