Questa è la domanda più frequente che mi hanno rivolto in questi giorni durante la lavorazione della versione Hindi del nostro sito web.

Prima di tutto è un omaggio a uno dei Paesi più affascinanti, antichi e misteriosi del mondo. Tiziani Terzani scriveva: “Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. È sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno.” E questo è proprio quello che è successo anche a me, che ho avuto la fortuna di viaggiare e visitare almeno in parte il subcontinente indiano: l’India ti rimane dentro e la porti con te per sempre! Nel bene e nel male.

Secondariamente, è una questione di numeri: l’Hindi è la quarta lingua più parlata al mondo, dopo Inglese, Spagnolo e Cinese. È parlata da oltre 490 milioni di persone in più di 70 Paesi del mondo! Di queste persone, circa 120 milioni vivono in India, principalmente nel territorio che si estende dal Punjab (a Ovest) al Bengala (a Est), dal Nepal (a Nord) al Maharashtra (a Sud). È inoltre una delle 22 lingue ufficialmente riconosciute dall’allegato VIII della Costituzione dell’India ed è, insieme all’inglese, una delle due lingue ufficiali del paese: la stessa costituzione indiana è scritta in Inglese e in Hindi. Insomma, è una lingua socialmente e politicamente fondamentale per le sorti di un Paese sempre più determinante per gli equilibri globali.

indian-girl2

Terzo, l’Hindi è una lingua affascinante, ricca, tra le più importanti espressioni di una nazione in cui convivono molte tradizioni, culture, religioni e lingue. Inoltre l’Hindi è viva più che mai al di fuori dell’India, grazie all’emigrazione indiana in tutti i continenti. E poi, come dimenticare la sua lingua “gemella”, l’Urdu, lingua ufficiale del Pakistan. Alcuni linguisti le considerano addirittura un’unica lingua, per cui è stato coniato il termine ibrido di “hirdo”. La differenziazione è motivata da profonde motivazioni politiche e religiose che allontanano i due Paesi. Tra il XIX e il XX secolo infatti, gli ambienti conservatori indù, da un lato, e quelli musulmani, dall’altro, si adoperarono affinché le due lingue assumessero due identità ben distinte. Queste identità sono state costruite partendo dal lessico e dalla scrittura: nel primo caso Hindi e Urdu, infatti, sono state rispettivamente sanscritizzata e persianizzata; nel secondo caso sono state codificate da alfabeti differenti, rispettivamente quello Devanagari e quello Arabo-persiano. Hindi e urdu condividono, però, gran parte del vocabolario, quindi è molto facile capirsi con i parlanti dell’altra lingua… Pensate al valore inestimabile di una lingua in grado di unire, collegare due mondi così lontani e quanto spesso l’uomo, al contrario, fa di tutto per dividere e allontanare.

Quarto, perché ci piacciono le sfide, ci piace lavorare con script e linguaggi poco conosciuti. Per questo motivo, impaginare il nostro sito in Devanagari e sfogliare i nostri testi in questa splendida lingua per noi è motivo di orgoglio. L’alfabeto Devanagari, che significa “Scrittura della Città dei saggi”, è un alfasillabario usato in diverse lingue dell’India (oltre all’Hindi, Sanscrito, Marathi, Kashmiri, Sindhi, Nepalese,..). Poiché è una scrittura sillabica, le lettere sono combinate con grafemi vocalici o di altre consonanti, tali per cui in alcuni casi risulta difficoltoso riconoscere i costituenti di una sillaba. Da guardare e impaginare, è davvero bellissimo! Ringraziamo il team di Crystal Hues, azienda indiana specializzata in marketing communication e localizzazione multilingue, con la quale siamo soliti collaborare per la fornitura di lingue del sud-est asiatico.

Infine, e ora parliamo anche di business. Illustri esperti e studiosi di teorie macroeconomiche prevedono che, tra meno di due anni, il Pil dell’India crescerà più velocemente di quello della Cina. Il punto di svolta è atteso per il 2017. Come ha recentemente scritto la sociologa e giornalista milanese Stefania Medetti, considerate le dimensioni demografiche dei due Paesi, entrambe hanno le potenzialità per dominare l’economia globale. Finora, non c’era stato alcun dubbio sul vincitore: nel 2013, il Pil della Cina era 4,5 volte superiore a quello dell’India, ma adesso le cose stanno cambiando e ci sono ragioni che portano a credere che il rallentamento cinese non sarà temporaneo, ma strutturale e che l’India, alla fine, supererà la Cina.

jaipur2

Al momento, infatti, entrambi i Paesi stanno crescendo molto velocemente, perché stanno colmando la distanza con le economie più ricche. In pratica, si stanno sbarazzando degli effetti dell’isolamento, della sotto-educazione, dell’accesso limitato alla tecnologia, di infrastrutture povere e di regolamenti che impedivano lo sviluppo del business. La fase della convergenza di Cina e India verso i mercati maturi potrà durare altri vent’anni, dopodiché, cresceranno di circa 3% l’anno, un ritmo analogo a quello dei mercati maturi. E una volta che saranno diventati mercati maturi a loro volta, la crescita dipenderà dalle variabili demografiche e dalla capacità di innovare. In questo senso, l’India sembra posizionata meglio su entrambi i fronti: la popolazione della Cina, infatti, si sta riducendo. Per quanto riguarda l’innovazione, non è facile fare previsioni, ma è lecito ipotizzare che l’India si troverà in una posizione di vantaggio, proprio in considerazione del fatto che è una democrazia. Le democrazie, infatti, tendono ad assicurare diritti sulla proprietà e una generale stabilità, e questo crea un ambiente più incline al successo imprenditoriale. Il capitalismo autoritario della Cina, invece, è un modello più complesso e al momento non è chiaro se sarà in grado di produrre un ambiente in cui le persone assumono rischi, formano aziende e inventano cose. Nonostante ciò, l’India deve affrontare molti ostacoli: costruire infrastrutture, migliorare l’accesso all’educazione di qualità, rimuovere la burocrazia. Ma mi sembra di poter affermare che lo scenario futuro per il subcontinente indiano sia quantomeno affascinante.

Per tutti questi motivi, vi invitiamo a sfogliare le pagine della versione Hindi del nostro sito, e se chiedervi di leggerle è forse troppo, almeno date un’occhiata: sono davvero curiose! In homepage, per esempio, ci siamo divertiti a inserire il nostro logo sulle pareti della famosissima stanza Diwan-I-Khas, una sala privata per le udienze dei Maharaja, all’interno del meraviglioso Palazzo di Jaipur.

Pin It on Pinterest