Ciao Paola, grazie per aver partecipato al nostro contest “Imparare una lingua straniera”. Ci ha fatto molto piacere leggere le tue risposte all’uscita di ogni quiz. Ma che cosa ha attirato la tua attenzione di questa rubrica settimanale?

Il fatto che fosse per me un’occasione molto stimolante per interrogarmi su parecchi quesiti, istanze, dubbi e percezioni che ho accumulato nel tempo. E per imparare qualcosa di nuovo, perché non conoscevo bene molte delle cose che ho letto e che ho trovato molto interessanti 

Di che cosa ti occupi nella vita? L’alta percentuale di risposte corrette – 13 su 15, se non sbaglio – rivela una certa passione se non addirittura un certo impegno a livello di didattica…

Io ho un lavoro che non c’entra nulla con la didattica al mattino, poi il pomeriggio insegno inglese. Lo faccio da più di 30 anni, a periodi alterni, ma devo dire che, nel tempo, è stato l’unico mio lavoro costante. Insegno a vari livelli di età, a partire dai bambini di 4 anni fino agli adulti di 70.

Il premio pensato per te – un invito a pranzo presso i nostri ufficio – è in realtà qualcosa di molto semplice, ma rivela lo stile Eurologos Milano: genuino e appassionato. Come ti sei trovata?

Benissimo! Sono stata felicissima di essere venuta a conoscere il team di Eurologos, dove veramente ho trovato un clima molto bello, amichevole, di condivisione, estremamente accogliente e tutti siete stati molto carini con me. I due fondatori, Matteo e Dario, sono stati fantastici nel farmi sentire a mio agio e nello spiegarmi la filosofia di Eurologos e come funziona. E ho scoperto delle cose che non conoscevo e che ho apprezzato molto, come l’impegno nel sociale, una curiosità e una fantasia nell’inventare nuove cose davvero molto molto belle. È un ambiente di lavoro davvero raro.

Una campagna di diffusione dei campi applicativi dell’utilizzo della lingua straniera a tutti i livelli sarebbe utile.

Un’ultima domanda: hai consigli da darci per le rubriche di Facebook e gli articoli del blog futuri?

Io sono un po’ atipica come formazione e una cosa che non ho mai trovato da nessuna parte nei percorsi formativi italiani è la traduzione della teoria nella pratica, cioè le attività più mirate, più efficaci che si possono suggerire agli insegnanti – ma anche a chi desidera imparare una lingua – per mettere in atto le moderne teorie della didattica delle lingue. Perché, per mia esperienza – e questo lo posso dire con assoluta certezza – la scuola italiana è ancora attaccata al sistema formale, cioè grammatica e traduzione. Io faccio tantissime lezioni di recupero, ho dei ragazzi con debiti formativi dalle scuole medie alle scuole superiori, soprattutto licei, e ci sono pochissimi insegnanti illuminati che partono dalla lingua per poi arrivare al resto. A lezione i ragazzi fanno pochissima pratica della lingua straniera, non sono esposti alle sollecitazioni linguistiche relative alla vita pratica – articoli di giornali, riviste. Si fa moltissima letteratura, laddove è prevista, ma io non vedo girare articoli o un linguaggio moderno né un insegnamento moderno. Le moderne teorie di insegnamento delle lingue sono eccezionali, io le utilizzo ma sono un caso raro. Suggerire agli insegnanti un percorso alternativo e più efficace di quello che conoscono, basato sulle moderne teorie, sarebbe una cosa fantastica.

Vorrei poi aggiungere un altro suggerimento: come aiutare le persone a comprendere perché è assolutamente indispensabile imparare una lingua straniera (ride), perché purtroppo la situazione italiana, stando alle statistiche, è terribile… Quindi una campagna di diffusione dei campi applicativi dell’utilizzo della lingua straniera a tutti i livelli sarebbe utile. Perché io non so chi legge la vostra pagina Facebook e il vostro blog, spero che non siano solo persone del settore – anche se, se lo fossero, sarebbe comunque un aiuto. La motivazione per lo studio di una lingua è individuale, ma mai come in questo periodo storico è stata così indispensabile. Ho trovato interessanti alcuni vostri post su quali programmi televisivi scegliere per imparare una lingua e così via: ecco, proporre cose di questo genere un po’ più spesso sarebbe bello da vedere.

Quindi, restando su questa linea e, laddove possibile, approfondirla…

Allargandola, approfondendola. Sì, restando su questa linea creativa su tutti i modi possibili per imparare, esercitare e conoscere le lingue straniere, in generale – poi ovviamente l’inglese è quello che va per la maggiore. La scuola non motiva, lo dico con assoluta certezza. Io per ogni allievo che prendo, per prima cosa devo fare un declustering di tutto quello che ingombra la sua testa del perché imparare una lingua. Bisogna ricominciare dall’inizio e questo è il lavoro più faticoso (ride)! Perché poi, con un altro approccio alla lingua, quasi chiunque si appassiona, questo lo posso dire perché lo faccio tutti i giorni.

Tra l’altro in Italia soffriamo di monolinguismo…

Anche aiutare gli addetti al settore a trovare materiale che non sia istituzionale sarebbe utile. Per l’inglese, il problema non si pone se il materiale si cerca in lingua (si pensi al British Council e i siti satelliti, il sito della BBC, the Guardian…), ma in Italia c’è proprio poco. Aggiungo un’altra cosa: in Italia, di inglese le scuole hanno tre ore a settimana di lingua straniera: nessuno riuscirà mai a imparare una lingua straniera in tre ore in una classe di ventotto persone, quindi è proprio un problema strutturale. Io invece facevo sei ore di lingua straniera a settimana e non so quante a Scuola Interpreti. Al Liceo ho costruito le basi, a Scuola Interpreti ho imparato bene la lingua e poi ho interrotto lo studio per un lungo periodo. Quando poi ho iniziato a insegnare, mi ha aiutato moltissimo la lettura di libri e articoli scritti con un linguaggio attuale, ed è proprio quello che consiglio a tutti: una lettura curiosa.

 

 

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