Quando studi e ti specializzi in una lingua europea “minore”, è un vero e proprio traguardo trovare un lavoro che ne contempli l’uso, ma è una soddisfazione ancor più grande poter parlare dell’esperienza accumulata nel tempo agli studenti di oggi, consapevole di poter essere un piccolo tassello nel mosaico della loro preparazione accademica, delle loro domande, del loro futuro.

Ricevere l’invito di Elisa Alberani, professoressa di Lingua Portoghese presso l’Università degli Studi di Milano nell’ambito del Corso di Laurea in Lingue e Letterature Straniere (triennio) e del Corso di Laurea in Lingue e Letterature Europee ed Extraeuropee (biennio di specializzazione), è stato un po’ come realizzare un sogno.

Nella sua richiesta, la giovane docente e ricercatrice ci aveva chiesto di tenere una lezione-seminario per presentare la nostra realtà aziendale e, contestualmente, condurre un’esercitazione pratica sulla traduzione specializzata. Al mio entusiasmo si è subito unito quello dei miei responsabili, Matteo Fiorini e Dario Bertolesi, e a distanza di alcuni mesi da quel primo contatto siamo tornati a vestire i panni degli insegnanti per un giorno.

Dopo le presentazioni della professoressa Alberani, che ci ha gentilmente introdotto al gruppo di circa trenta studenti del triennio e del biennio di specializzazione – riuniti per l’occasione –, Dario ha preso la parola per raccontare la storia del Gruppo Eurologos, la visione del suo fondatore, Franco Troiano, e la distribuzione delle sedi nel mondo unitamente all’esperienza ventennale di Eurologos Milano, al know-how acquisito negli anni e alle sfide che ogni giorno affrontiamo nella gestione di svariate combinazioni linguistiche, progetti di traduzione e grafica sempre più urgenti, esigenze tecnologiche in continuo cambiamento e mercato in costante evoluzione.

La seconda parte dell’intervento ha preso spunto dal mio percorso di studi per approdare alle motivazioni che spingono ognuno di noi a scegliere il portoghese e coltivarne lo studio e la passione negli anni, conditio sine qua non sarebbe impensabile ogni altra attività attinente a questa lingua. È vero che, generalmente, chi studia una lingua europea “minore” come il portoghese è molto motivato e si nutre dell’energia che scaturisce dalla passione stessa per quella lingua; tuttavia, il lavoro del traduttore e revisore non è che uno degli sbocchi lavorativi possibili dopo una specializzazione come quella offerta presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere in Piazza Sant’Alessandro 1, e non è scontato che piaccia a chiunque. Ecco allora che sul discorso della motivazione, sia essa strumentale o affettiva, si innesta la questione della qualità e delle sue diverse accezioni: il significato di “assicurazione della qualità” per un’azienda certificata come Eurologos Milano, qualità in ambito professionale vs qualità in ambito teorico-didattico e la dicotomia fra il pragmatismo dei criteri dinamici di adeguatezza e accettabilità di una traduzione commerciale di buon livello e l’idealismo dei criteri statici di accuratezza e fruibilità della traduzione perfetta (per un approfondimento, cfr. F. Scarpa, La traduzione specializzata. Un approccio didattico professionale, Hoepli, Milano, 2008), dove i fattori di tempi e costi possono fare la differenza.

L’ultima parte della nostra lezione-seminario è stata dedicata a un rapidissimo confronto fra le traduzioni eseguite dagli studenti e la versione finale di Eurologos Milano, i cui testi source – modificati e adattati per l’occasione – erano stati preparati e inviati alla docente alcune settimane prima. L’esercitazione, oltre ad aiutare i ragazzi a rendersi conto di quale tipologia di testi può capitare di tradurre nella realtà, era intesa a valutare i criteri qualitativi di cui sopra alla luce del contesto – teorico-didattico vs professionale – e, non da ultimo, a permetterne una discussione più approfondita in aula con la propria docente.

Il tempo, tiranno non solo quando dobbiamo consegnare il nostro lavoro quotidiano, ma anche quando viviamo un’esperienza arricchente come quella di settimana scorsa in università, non è stato sufficiente per terminare la lettura e il confronto dei tre brevi testi proposti (un saggio, un testo legale e uno turistico) né per poter rispondere a molte domande. Tuttavia, nella sua fugacità, ha contribuito a rendere ancor più magiche le due ore accademiche trascorse in compagnia degli studenti di portoghese della professoressa Alberani per lasciare loro – e questo è il nostro più grande augurio – un bel ricordo e un po’ di fiducia nel futuro.

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