Considerata per secoli un’abilità linguistica, l’interpretazione è a tutt’oggi una professione tra le più affascinanti e complesse. Tuttavia, come affermato nell’articolo di settimana scorsa, essa non è il fulcro della comunicazione fra due o più interlocutori, bensì lo strumento attraverso il quale il messaggio viene veicolato. Al centro di questo processo, l’interprete professionista attiva una serie di strategie per far sì che la comunicazione linguistico-culturale abbia luogo.

Fasi e strategie dell’interpretazione di conferenza

Una delle domande più comuni poste a un interprete da un non addetto ai lavori è: “Che cosa fai se non capisci una parola o un’espressione del discorso?” In realtà, l’interprete deve essere in grado di capire e tradurre le idee alla base di un discorso, non le singole frasi o parole, a maggior ragione nell’ambito dell’interpretazione consecutiva, che fra i suoi vantaggi dà al professionista la possibilità di ascoltare l’intero messaggio (o porzioni di esso) prima che sia restituito nella lingua target. I passaggi fondamentali di un atto interpretativo, sia esso in consecutiva o in simultanea, sono quattro: l’ascolto (ricezione del messaggio), la comprensione (decodifica), l’analisi (ricodifica) e la rielaborazione (produzione in lingua d’arrivo).

Nella fase di ascolto, vale la pena citare l’importanza dell’attenzione divisa (split attention), ossia la strategia dell’interprete (in particolare, il simultaneista) di distribuire i propri sforzi fra le quattro attività summenzionate. Mentre ascolta, l’interprete deve essere in grado di capire e analizzare il messaggio e, quindi, di restituirlo, ascoltandosi a sua volta. Esercitare l’attenzione divisa è fondamentale per un interprete di simultanea, considerando che si tratta di un’attività innaturale, un po’ come quella di un pianista, che deve suonare contemporaneamente melodie diverse (da chiavi diverse) coordinando mano destra e mano sinistra.

Nella fase di comprensione, l’interprete in qualità di linguista competente, può contare sul processo inferenziale della grammatica dell’anticipazione, ossia il confronto tra il discorso reale e il discorso ipotetico di cui vengono formulate continue previsioni, basandosi su tre meccanismi fondamentali: la conoscenza del mondo, i processi cognitivi (logici e analogici) e la competenza nella lingua. Nel processo di comprensione, la percezione si muove così dalla globalità all’analisi, sulla base del contesto. Ciò significa che, in presenza di un termine o un’espressione sconosciuta, l’interprete di conferenza potrà contare sugli elementi sopra descritti per poter trovare una soluzione al problema – specialmente se quel termine o quell’espressione è un elemento-chiave del discorso.

Nella pratica, l’analisi del discorso permette l’individuazione di alcune strategie discorsive, favorisce la comprensione e accresce la capacità di anticipazione, dal momento che nel corso della sua carriera, l’interprete ha a che fare con tipologie diverse di discorsi. Di volta in volta, dovrà valutare le informazioni-chiave nonché l’intenzionalità dell’oratore (un elenco di vantaggi e svantaggi a favore o meno di un’argomentazione, l’esposizione di un solo punto di vista, un discorso totalmente descrittivo o di impostazione cronologica, un discorso retorico o un misto di tutte queste caratteristiche), cercando di restituirle fedelmente.

La fase di rielaborazione comprende e riassume tutti i passaggi precedenti. In una consecutiva con prise de notes, essa potrà contare sull’ausilio degli appunti, mentre in una simultanea sarà effettuata quasi contemporaneamente al discorso dell’oratore, a seconda del décalage adottato dall’interprete, ossia lo scarto temporale fra il momento in cui riceve l’input e quello in cui comincia a fornire la sua resa. In entrambi i casi, la memoria dell’interprete sarà conditio sine qua non di una resa fedele del messaggio. La fase di rielaborazione, inoltre, si presenta sotto forma di riformulazione, laddove la lingua source e la lingua target avranno una diversa morfosintassi con una redistribuzione degli elementi del discorso nonché un’espansione/estensione del discorso a seconda delle condizioni e delle esigenze dell’interpretazione. Pertanto, rispetto a un testo orale in lingua originale, l’interpretazione consecutiva e l’interpretazione simultanea daranno origine a testi orali ristrutturati e compressi, pur mantenendo gli elementi-chiave e il senso, cioè l’idea alla base del discorso tradotto.

Alcune curiosità: la presa di appunti in consecutiva

Come affermato nel precedente articolo, la prise de notes suscita spesso grande interesse tra i non addetti ai lavori. Ma come si prendono gli appunti?

Quando frequentavo la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori (SSLMIT) di Trieste, i docenti di interpretazione consecutiva delle diverse lingue di studio ci insegnarono le tecniche fondamentali della professione, che poi cambiano e si affinano con l’esperienza. All’epoca, per esempio, ci suggerirono che tipo di blocco per gli appunti potesse essere più congeniale, come impostarne il layout, come organizzare la presa di appunti sul foglio, i simboli più frequenti e, soprattutto, che cosa annotare. Riassumendo tutte queste informazioni in un’immagine tratta da Gillies (2005: 79), otteniamo quanto segue:

La porzione di discorso sopra schematizzata è la seguente: “Because the French, German and British governments have cut, simplified or abolished customs duties, visa fees and administrative charges” (trad. Perché i governi di Francia, Germania e Regno Unito hanno ridotto, semplificato o abolito i dazi doganali, i diritti di visto e gli oneri amministrativi). La tabella suindicata rappresenta una parte del nostro foglio di lavoro, suddivisa in due colonne effettive e quattro immaginarie (tratteggiate), dove ogni sequenza SOGGETTO – VERBO – OGGETTO, riportata in diagonale discendente, è separata dalle altre per mezzo di una riga orizzontale (visibile in basso, in posizione centrale). Allineati verticalmente appaiono quegli elementi del discorso che l’oratore mette sullo stesso piano a seconda della funzione grammaticale, ossia “the French, German and British governments” per il soggetto, “have cut, simplified or abolished” per il verbo e “customs duties, visa fees and administrative charges” per il complemento oggetto. La colonna di sinistra, effettivamente presente sul nostro blocco di appunti, serve a indicare i connettori, la cui presenza dal punto di vista della coesione interna del discorso ma anche della ricostruzione del ragionamento dell’oratore è fondamentale. Nello schema non appaiono i simboli che, tuttavia, caratterizzano buona parte del sistema di annotazione degli interpreti, e per la cui visione si rimanda ai volumi citati in bibliografia. È bene però ricordare che i simboli:

  • sono più rapidi e semplici da scrivere rispetto alle parole;
  • sono più facili da leggere rispetto alle parole;
  • rappresentano concetti, non parole singole e questo aiuta l’interprete a evitare interferenze linguistiche legate alla lingua di partenza;
  • devono essere ben distinti per evitare confusione al momento della restituzione del discorso.

Infine, vale la pena soffermarsi su un’altra domanda fondamentale: che cosa deve annotare un interprete di consecutiva? È sempre Gillies (2005: 120-121) che viene in nostro aiuto, rispondendo con un elenco dei fondamentali della prise de notes: 1) idee; 2) connettori; 3) nome e carica dell’oratore (per calibrare anche il registro e lo stile della riformulazione in lingua target); 4) tempi verbali e verbi modali; 5) nomi, numeri, date ed elenchi; 6) termini tecnici o specifici da riportare come tali, perché volutamente citati dall’oratore; 7) la parte finale del discorso.

Interpretazione simultanea: un’attività multitasking per antonomasia

La sovrapposizione della fase d’ascolto e d’enunciazione, l’impiego di due codici linguistici, la produzione di un messaggio ideato da un’altra persona al ritmo imposto da quest’ultima, la circoscrizione e la delimitazione della situazione comunicativa sono aspetti peculiari dell’interpretazione simultanea (Riccardi 1997).

Il carattere composito di questa professione è certamente legato alla sua innaturalità: l’interpretazione simultanea è un tipo particolare di comunicazione, dove ricezione ed elaborazione del messaggio in lingua source si sovrappongono a ricodifica e produzione in lingua target, facendo dell’interprete sia ascoltatore sia produttore del messaggio. Va da sé che la padronanza delle lingue di lavoro rappresenti un presupposto fondamentale, così come la memoria a breve e a lungo termine, le conoscenze enciclopediche, la preparazione specifica alla conferenza di lavoro, le buone condizioni acustiche in cui si svolge l’evento, l’equo avvicendarsi dell’interprete col proprio compagno di cabina e così via. Questa professione, pur nel contesto circoscritto della conferenza di cui sopra, è sempre in balia dell’imprevisto: il messaggio trasmesso è ideato e comunicato da un’altra persona, esperta in una determinata materia o disciplina, con possibili difetti di pronuncia e accenti, non anglofono o nativo di una particolare varietà linguistica (nel caso dell’inglese, per esempio, potrebbe trattarsi di un oratore statunitense, britannico, sudafricano, australiano, irlandese, scozzese, kenyota, indiano ecc.), il cui discorso – spesso scritto in una lingua formale, ufficiale, ricca di tecnicismi o modi di dire – può essere letto, ponendo ulteriori difficoltà a quanto elencato.

Un sogno che diventa realtà

Per chi desidera approfondire la conoscenza di questa figura professionale o seguirne le orme avvalendosi di una formazione ad hoc, rimandiamo al nostro post “Come si diventa traduttori o interpreti?” nonché alla prima parte di questo articolo. Se poi il sogno è quello di diventare interpreti per il mercato italiano o le istituzioni internazionali, il consiglio è quello di provare fino in fondo, senza mai darsi per vinti, anche se la strada appare lunga e tortuosa. Ci si renderà conto un giorno – magari proprio durante un servizio di interpretariato, in uno scambio di pensieri sul futuro e i progetti del nostro cliente – che interpretare anche un solo discorso è già di per sé realizzare il nostro sogno nel cassetto, e che finalmente ce l’abbiamo fatta.

Bibliografia

Balboni, P.E. (2008), Fare Educazione Linguistica, UTET Università, Torino.
Falbo C., Russo M. e Straniero Sergio F. (1999), Interpretazione simultanea e consecutiva, Hoepli, Milano.
Gillies, A. (2005), Note-Taking for Consecutive Interpreting – A Short Course, St. Jerome Publishing, Manchester.
Riccardi, A. (1997), “Lingua di conferenza”, in Nuovi orientamenti negli studi sull’interpretazione, L. Gran e A. Riccardi (a cura di), SERT, 6, Università degli Studi di Trieste, Trieste: pp. 59-74.
Roderick, J. (1998), Conference interpreting explained, St. Jerome Publishing, Manchester.

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